“Non è difficile definire volgare e inutile l’interesse dei lettori per le vicende più macabre. Ma sotto la superficie della banalità dobbiamo ammettere che spesso – in modo confuso e disarticolato – stiamo cercando di ottenere qualcosa di importante. Quando ci immergiamo in articoli che grondano sangue, non siamo solo alla ricerca di divertimento o distrazione; non ci interessa solo appropriarci in modo morboso o crudele di sentimenti intensi che la nostra vita non ci ha concesso di provare. Forse questo esporci a storie violente ci aiuta a mantenere salda la presa sul nostro io più civilizzato, e in particolare ad alimentare le nostre fragili riserve di pazienza, autocontrollo, capacità di perdono ed empatia. Allora anziché limitarci a inveire in tono moralistico contro il nostro interesse per gli eventi più spaventosi, la sfida dovrebbe essere di cambiare il modo in cui questi eventi sono raccontati, per far sì che esercitino sulla nostra emotività e sulla nostra società il loro importante, anche se spesso nascosto, effetto positivo”.
Alain de Botton, *Le notizie: istruzioni per l’uso * (Guanda 2014).
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