Quando Matteo Renzi è arrivato a Ferrara ha trovato ad aspettarlo, oltre a due uova e qualche fischio, una piazza severa e attenta, e le domande incalzanti di tre giornalisti stranieri.

La ragione per cui avevamo invitato Renzi era tentare di capire meglio la persona che, piaccia o no, guida il principale partito di centrosinistra e il governo italiano. Tre anni prima, la stessa piazza severa e attenta, e le domande incalzanti dei giornalisti stranieri, avevano accolto Susanna Camusso.

Per garantire il corretto funzionamento di un sistema democratico è essenziale il confronto, che passa innanzitutto attraverso il riconoscimento dell’avversario e la disponibilità ad ascoltarlo. La piazza di Internazionale a Ferrara non sarà rappresentativa dell’intero paese, ma tutti ci aspetteremmo un confronto tra Renzi e Camusso. Rifiutandolo, Renzi sbaglia.

Certo ha gioco facile: anni di errori catastrofici hanno polverizzato ogni credibilità dei sindacati in Italia, di quelli confederali e di quelli di base. Resta da capire se Renzi sia o meno di sinistra. Ma quando una ministra di primo piano come Maria Elena Boschi spiega in tv che a Berlinguer preferisce Fanfani, forse sta già rispondendo a nome di tutto il governo.

D’altra parte Renzi si trova lì anche grazie alla dilapidazione del capitale umano e politico della sinistra italiana, compiuta metodicamente negli ultimi anni da dirigenti di partiti grandi e piccoli nati sulle ceneri del Partito comunista. Persone che oggi sembrano incapaci perfino di esercitare una efficace opposizione interna e di interpretare la realtà.

Tanto che bisogna arrivare fino in Australia per leggere una descrizione chiara e sintetica del mondo di oggi, nelle parole dell’intellettuale di sinistra Jeff Sparrow: “Tutto quello che temevamo con il comunismo – che avremmo perso la nostra casa, i nostri risparmi, che saremmo stati costretti a lavorare per salari da fame, senza nessuna voce in capitolo all’interno del sistema – è diventato realtà col capitalismo”.

Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2014 a pagina 86 di Internazionale, con il titolo “Pazzumpa folk”. Compra questo numero | Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it