Il 3 giugno il New York Times ha pubblicato un commento del senatore repubblicano Tom Cotton che invitava a far intervenire l’esercito per riportare l’ordine nelle città statunitensi sprofondate, secondo lui, “nell’anarchia” dopo le proteste seguite all’omicidio di George Floyd. “Mandate le truppe”, era il titolo.

Subito sono arrivate le critiche di decine di giornalisti dello stesso New York Times e di tanti lettori, molti dei quali hanno cancellato il loro abbonamento. All’inizio l’editore, A.G. Sulzberger, ha difeso la decisione di pubblicare l’articolo. Poi il 7 giugno James Bennet, responsabile della sezione delle opinioni, si è dimesso e il giornale ha detto che pubblicare quell’articolo, tra l’altro contenente inesattezze, è stato un errore.

Oggi che la vita politica è sempre più polarizzata, negli Stati Uniti e altrove, la domanda che alcuni si fanno è se i mezzi d’informazione possano permettersi di rimanere neutrali e dar voce a tutte le posizioni come se fossero sullo stesso piano, pretendendo di essere equidistanti.

“Ogni notizia – scritta, detta o raccontata con immagini – è il risultato di scelte. Ogni articolo affronta un argomento dal punto di vista di qualcuno. Ogni sito, ogni prima pagina, ogni telegiornale, ogni notifica sul telefono, ogni talk show è il risultato di una serie di decisioni. Siamo noi che scegliamo cosa amplificare, su cosa concentrarci e indagare”, scrive Margaret Sullivan sul Washington Post.

Nel caso di Cotton, il New York Times forse non avrebbe dovuto offrirgli le sue pagine, che danno un certificato di autorevolezza e consentono di rivolgersi a una platea di lettori in tutto il mondo, ma avrebbe potuto raccontare le idee del senatore in un articolo scritto da un giornalista, contestualizzando, verificando e, se necessario, contestando le sue affermazioni.

Avremmo bisogno di ascoltare voci diverse dalle solite. Ma non quelle di senatori o altri uomini di potere, che hanno mille occasioni per far conoscere a tutti il loro punto di vista.

Questo articolo è uscito sul numero 1362 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it