G. A. Cohen,Socialismo, perché no?
Ponte alle Grazie, 60 pagine, 9,00 euro
Parafrasando Churchill, il capitalismo è il peggiore dei sistemi possibili, eccetto tutti gli altri. Per la maggior parte delle persone oggi la parte più importante di questa frase è quella dopo la virgola e dimostra l’ineluttabilità del sistema in cui viviamo.
G. A. Cohen, filosofo politico di Oxford scomparso due anni fa, avrebbe considerato più importante la parte precedente. Per lui il capitalismo si basa su due aspetti orribili della nostra natura, l’avidità e la paura, anche se li mette al servizio di un vantaggio collettivo, la collaborazione tra gli individui. In un sistema di mercato, spiegava, le persone collaborano perché vogliono ottenere qualcosa in cambio e per evitare qualcosa che temono.
In queste sessanta pagine, che richiedono l’attenzione di un trattato di logica, riflette sulla necessità di perseguire princìpi diversi: l’uguaglianza di condizioni di partenza e la reciprocità comunitaria.
Molti di noi in alcuni momenti della vita, magari in campeggio con gli amici, sperimentano cosa significa il tranquillo socialismo fondato su questi due princìpi. Partendo da questa esperienza Cohen spiega cosa presuppongano, come siano desiderabili e come la natura umana in sé non impedisca di realizzarli nel mondo.
Il problema è che ancora non abbiamo trovato un sistema per farlo, ma non significa che dobbiamo smettere di cercarlo.
Internazionale, numero 884, 11 febbraio 2011
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