Federico Cresti, Non desiderare la terra d’altri

Carocci, 418 pagine, 35,00 euro

Nel dibattito sui rapporti Italia-Libia sollecitato dagli avvenimenti delle ultime settimane, domina una prospettiva di breve termine. Ci si sofferma sulla relazione tra Berlusconi e Gheddafi, ma si tralascia tutta la lunga storia che ha portato a quella relazione. In questo processo la colonizzazione italiana della Libia occupa un posto centrale, che gli storici – dopo un lungo silenzio – hanno cominciato a rischiarare di luce nuova negli ultimi decenni.

Il libro di Federico Cresti si sofferma in modo originale sulla vicenda della Cirenaica, la regione orientale del paese in cui negli anni venti e trenta fu particolarmente drammatica la resistenza all’occupazione italiana e in cui oggi si è accesa la rivolta contro il regime del colonnello. Sulla base di un fondo documentario ritrovato, l’archivio dell’Ente per la colonizzazione della Libia, Cresti analizza con ricchezza di dettagli la tormentata applicazione del progetto di rendere quella terra un’area di sfruttamento agricolo per gli italiani: dalle prime (vaghe) ipotesi di agronomi e visitatori, passando per la violenta concentrazione degli agricoltori volta a impedire i rifornimenti ai “ribelli”, la marginalizzazione dell’allevamento, la strombazzata immigrazione di lavoratori italiani, e l’occupazione degli inglesi, preludio al fallimento di un’idea pensata male e attuata peggio.

Internazionale, numero 892, 8 aprile 2011

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