Clément Chéroux, Diplopia

  • Einaudi, 132 pagine, 19 euro*

L’assenza di immagini sulla fine di Osama bin Laden riporta alla mente per contrasto le moltissime foto degli attentati alle torri gemelle che a partire dal 12 settembre 2001 hanno occupato le prime pagine dei giornali. Questo studio sistematico del conservatore del fondo fotografico del Centre Pompidou di Parigi aiuta oggi a metterle in prospettiva. Di quegli attentati, spiega Chéroux, in realtà abbiamo visto poco. Delle innumerevoli inquadrature scattate allora solo pochissime hanno raggiunto la notorietà, un gruppetto riconducibile essenzialmente a sei soggetti: l’esplosione, il fumo grigio, le rovine scheletriche, il secondo aereo in arrivo, il panico dei fuggitivi e i pompieri che issano la bandiera.

Queste foto hanno avuto successo perché richiamavano altre immagini in quel momento particolarmente diffuse nei media: quelle dell’attacco a Pearl Harbor, su cui era stato appena girato un kolossal in occasione del sessantesimo anniversario, e quelle della conquista di Iwo Jima, riportata alla ribalta dal successo del best seller Flags of our fathers. Chéroux dimostra in modo convincente che collegare l’11 settembre a questi precedenti servì a qualificare l’attentato come un atto di guerra a cui bisognava dare una risposta. Più in generale, fa capire che anche quando guardiamo immagini inedite tendiamo a notare solo ciò che conosciamo già.

Internazionale, numero 902, 17 giugno 2011

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it