John D’Agata e Jim Fingal, The Lifespan of a Fact
Norton, 123 pagine, 13 euro
Nel 2003 la rivista Harper’s rifiutò di pubblicare il reportage da Las Vegas che aveva commissionato a John D’Agata perché l’autore si era preso troppe libertà rispetto ad alcuni fatti. Senza perdersi d’animo, D’Agata propose il saggio alla rivista The Believer, dove lavorava il fact checker Jim Fingal. Cominciò così tra i due una fitta corrispondenza, un estenuante lavoro di editing che dopo sette anni portò alla pubblicazione di Una montagna (pubblicato in italiano da Isbn e recensito su Internazionale 855): il saggio sul progetto per lo stoccaggio delle scorie nucleari statunitensi nella Yucca Mountain che molti hanno definito un capolavoro di non fiction. Questo libretto dà conto del lavoro che l’ha prodotto.
Al centro di ogni pagina è pubblicato il saggio originale; ai margini, come le glosse che circondavano le bibbie medievali, o i commenti al codice civile, gli interventi del
fact checker, le sue domande, le risposte dell’autore, le controrisposte. Leggendolo ci si rende conto che un autore intenzionato a pubblicare su una rivista statunitense è costretto a giustificare in modo dettagliatissimo ciò che ha scritto e che il lavoro di verifica può diventare un esercizio maniacale ai limiti dell’assurdità. Più in generale si riflette su cos’è un fatto, su cosa può cambiare chi racconta qualcosa di vero, e dunque su quali sono le verità a cui possiamo rinunciare e a quali invece no.
Internazionale, numero 948, 11 maggio 2012
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