Margherita Becchetti, Fuochi oltre il ponte

Derive Approdi, 304 pagine, 20 euro

Negli ultimi decenni dell’ottocento, ogni abitante dell’Oltretorrente, il quartiere popolare di Parma posto al di là del corso d’acqua che attraversa la città, consumava tra i 210 e i 332 litri di vino l’anno, a seconda delle stime.

Le condizioni di vita della popolazione, in crescita per l’immigrazione dalle campagne in crisi, erano drammatiche e mentre in altri quartieri della città si andava sviluppando una borghesia ricca, qui aumentavano criminalità, prostituzione, conflitti. Presso quelli che la Gazzetta di Parma chiamava gli “zulù” dell’Oltretorrente avevano vita difficile anche le istituzioni caritatevoli, mentre si diffondevano socialismo e anarchia.

Così, alla fine dell’ottocento, in questa zona si svolsero numerose, diverse, rivolte: contro la nuova tassa sul macinato; contro la posa del monumento a un politico moderato; contro la guerra in Abissinia. Con il nuovo secolo, in conseguenza dell’affermarsi del sindacalismo rivoluzionario, le manifestazioni acquisirono un carattere sempre più politico e cominciarono ad accompagnare nuove istanze: gli scioperi generali; le proteste contro la chiesa e la guerra di Libia; infine l’interventismo per la grande guerra.

Con molti documenti d’archivio e poca voglia di cedere ai miti, Margherita Becchetti ricostruisce questi movimenti dimostrando che a volte stringere l’obiettivo è il miglior modo per approfondire la visione.

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