Simona Argentieri, Il padre materno
Einaudi, 138 pagine, 12 euro
Uno dei cambiamenti più significativi che ultimamente hanno riguardato la vita delle famiglie italiane (e non solo) è l’aumento del coinvolgimento dei padri nell’accudimento e nella cura dei figli. Che un uomo cambi un pannolino o che si svegli di notte per consolare un neonato non desta più alcuno stupore. Si tratta di una rivoluzione profonda, diffusa in molti strati sociali diversi, che è stata in generale accolta con grande soddisfazione, ma di cui tuttavia non sono ancora state misurate le conseguenze. Prova a farlo in questo libro la psicoanalista Simona Argentieri (con la collaborazione di Adolfo Pazzagli) alla luce delle sue esperienze professionali.
Si chiede che rapporto ha il diffuso esercizio di funzioni materne da parte dei padri con i disagi che gli riferiscono i pazienti in quanto genitori e in quanto figli. Emergono così alcuni lati meno rassicuranti della transizione: la volontà dei padri di risolvere la competizione con le madri spodestandole dal loro ruolo o la ricerca di strategie per eludere l’esercizio delle funzioni paterne. Queste tendenze possono minare il rapporto di coppia o avere conseguenze negative anche sui figli. Si tratta di elementi da considerare per affrontare una trasformazione comunque epocale che offre a uomini e donne “possibilità nuove di costruirsi un’identità ricca e completa, libera dalle mutilazioni e dalle scissioni del passato”.
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