L’altra sponda del Mediterraneo
A cura di Umberto Grassi e Giuseppe Marcocci, Le trasgressioni della carne. Il desiderio omosessuale nel mondo islamico e cristiano
Viella, 220 pp., 25 euro
Negli ultimi decenni a portare nuova linfa nelle ricerche di storia sono stati da un lato gli studi postcoloniali, dall’altro quelli queer. Le ricerche svolte in questi due settori hanno avuto il merito di rivelare che molte cose a lungo date per scontate sono in realtà il frutto di un’evoluzione storica che non ha avuto niente di naturale, spesso scandita da violenza, oppressione e discriminazione. Non solo. Come già era avvenuto grazie alla riflessione sul femminismo, queste ricerche hanno generato nuove fondamentali domande sulle culture dominanti.
Per citare Marianne LaFrance: “Oggi non ci chiediamo più solo cosa provoca l’omosessualità, ma anche cosa provoca l’eterosessualità”. In questo libro i due filoni di studio sono connessi. Si cerca di capire da un lato come si siano sviluppate in passato le relazioni omosessuali nel mondo cristiano e in quello musulmano, dall’altro i rapporti amorosi tra uomini provenienti dall’uno e dall’altro mondo. L’ipotesi è che i divieti nelle due aree di provenienza abbiano portato a cercare altrove spazi di incontro. Gli studi sono molto interessanti e fanno emergere, oltre a relazioni basate su soggezione e dominio, anche culture di frontiera in cui un tempo erano riconosciuti l’amore omosessuale e il travestitismo. Un mondo più simile al nostro di quanto credevamo prima.
Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2015 a pagina 84 di Internazionale, con il titolo “L’altra sponda del Mediterraneo”. Compra questo numero | Abbonati