Radicali a Chicago
Saul Alinsky
Radicali, all’azione!Organizzare i senza potere
Edizioni dell’asino, 294 pagine, 18 euro
Di fronte al sorprendente aumento della partecipazione rivelato dalle ultime elezioni statunitensi, diventa interessante scoprire le idee dell’attivista che dagli anni quaranta agli anni settanta rivoluzionò dal basso la democrazia del suo paese, diventando un punto di riferimento per una lunga serie di movimenti con cui si sarebbero confrontati in modo diverso Hillary Clinton, Barack Obama e Alexandria Ocasio-Cortez.
Nei tre decenni precedenti all’uscita del suo celebre manuale Rules for radicals (1971), un vero e proprio corso in dieci lezioni per “organizzatori di comunità”, Alinsky aveva elaborato la sua teoria dell’azione collettiva per rispondere alle nuove domande imposte dalla profonda trasformazione delle metropoli statunitensi, innanzitutto la sua Chicago. Per affrontare i problemi generati dalla rapida industrializzazione, che aveva portato immigrazione, segregazione e disagio, bisognava identificare i bisogni condivisi da ogni comunità di quartiere e poi elaborare collettivamente, attraverso la giusta miscela di mediazione e conflitto tra i punti di vista, le soluzioni possibili. Tutto doveva compiersi sul terreno, senza ricette calate dall’alto. Questo libro raccoglie le sue prime riflessioni e si legge con particolare piacere per la compresenza di una solennità antica, quasi religiosa, nella forma, e di una brillante efficacia nei contenuti.
Questo articolo è uscito sul numero 1385 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati