Scoop! è il nuovo numero di Internazionale extra, con reportage e inchieste a fumetti da tutto il mondo. Si può comprare in edicola, sul sito e sull’app di Internazionale.

Si può riflettere sull’essere umano sia in endecasillabi sia in strisce, decifrare e raccontare il mondo sia con gli articoli sia con i fumetti. È una delle intuizioni che Umberto Eco riconosceva a Elio Vittorini e al suo Politecnico, la rivista dove tra il 1945 e il 1947 l’intellettuale siciliano pubblicava inediti di Franz Kafka accanto a storie di Popeye, riflessioni di Franco Fortini e vignette di Li’l Abner e Barnaby. Da allora i fumetti hanno imboccato strade diverse, sperimentato linguaggi nuovi, si sono contaminati. E l’intuizione di Vittorini ha trovato uno spazio di espressione interessante nel dialogo tra giornalismo e fumetti.

Le pagine che seguono contengono diversi esempi di questo dialogo e delle sue possibili declinazioni. Autrici e autori si sono avvicinati il più possibile alla realtà per raccontarne le crepe, le storture e le eventuali vie di fuga. Anche se molti non si conoscono di persona, alcune delle loro storie tessono una sorta di dialogo inconsapevole, un intreccio di temi e suggestioni.

Edmond Baudoin e Seth Tobocman riescono a condensare secoli di storia in poche pagine: l’uno raffigurando la ferocia della guerra con tavole d’ispirazione espressionista, l’altro cent’anni di lotte antirazziste negli Stati Uniti con un tratto marcato e spigoloso. Leila Abdelrazaq usa il bianco e nero, e un accenno di rosso, per rappresentare la paura che può assalire una palestinese davanti a una frontiera. Barbara Yelin prende quel sentimento e lo scioglie negli azzurri dei suoi acquerelli per raccontare altre frontiere, quelle attraversate da un ragazzo in fuga dall’Eritrea. Il francese Laurent Maffre e l’autrice taiwanese 61 Chi dedicano i loro disegni allo sfruttamento dei lavoratori stranieri, mentre Olivier Kugler racconta le speculazioni che stanno cambiando il volto di Londra in pagine ricchissime di appunti, trascrizioni e cifre.

Zuzu dà vita a un lavoro inedito rispetto a quelli a cui ci ha abituato finora, un ritratto che è anche un atto di accusa contro un’incarcerazione ingiusta. E a proposito di carcere, Zerocalcare torna alle rivolte dei detenuti italiani del marzo 2020. La sua indagine invita a non distogliere lo sguardo da quello che è successo, a ripensare la galera e a guardare oltre le sue mura. Sam Wallman fa qualcosa di simile. Ma nel suo caso il muro che propone di scavalcare è quello di una base militare statunitense che compie azioni di spionaggio dall’Australia. Il mantra in strutture come questa è “fiutate tutto, usate tutto”. Ma a che prezzo? E chi ne paga le conseguenze? La forza del giornalismo a fumetti risiede nell’estrema libertà con cui autrici e autori provano di volta in volta a rispondere a domande come queste.

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