Alex Ross, Il resto è rumore
Bompiani, 874 pagine, 29,50 euro
In copertina il sottotitolo è Ascoltando il ventesimo secolo e nel frontespizio è Ascoltare il ventesimo secolo: un errore perdonabile se in questo libro utilissimo ci fosse l’indispensabile indice dei nomi, che nell’edizione originale c’era.
Se l’editore è sciatto, per fortuna non lo è il traduttore. E per fortuna non lo è l’autore, che ci ha regalato una sintesi di storia della musica dell’ultimo secolo competente, appassionata, godibilissima e, quel che più conta, di grande aiuto a tutti gli appassionati ma anche ai meno competenti e ai solo curiosi.
La musica “colta” del novecento è stata una grande musica (anche l’altra), forse lo è ancor oggi e, come quella del settecento e dell’ottocento, è stata in costante dialogo con la storia, le cui tendenze ha visto a volte più a fondo di altre arti, anche ribellandosi alla storia con costi drammatici (vedi i capitoli sull’Urss di Stalin, in particolare a proposito di Shostakovich, o quelli sulla Germania di Hitler, ma anche quelli sugli Stati Uniti intorno al 1968).
E non è mai stato vero che fosse incomprensibile. Alex Ross è il coltissimo critico del New Yorker. Ha l’invidiabile capacità di saper raccontare e spiegare in modi semplici anche le cose difficili. A Natale, sarà questo il libro che regalerò a molti amici.
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