**Cees Noteboom, *Le volpi vengono di notte
Iperborea, 150 pagine, 14,50 euro
L’olandese Noteboom è tra i pochi scrittori che meritano il Nobel, sempre che il Nobel abbia ancora un senso. Pratica la letteratura, cosa che tanti narratori non fanno, ed esprime concetti e accosta vicende con l’uso originale e adeguato della parola scritta, cercando di raggiungere una verità o trasmettere un’inquietudine.
Basta leggere i suoi romanzi, editi da Iperborea, dal Canto dell’essere e dell’apparire a Rituali. Gli scrittori che può ricordare sono pochi, e di una stessa famiglia, come Cortázar, Nabokov e Manganelli.
Non dà risposte né vuol consolare, ma ha il dono della leggerezza e dell’ironia, anche quando, come nei racconti di questa raccolta, invita al confronto con i morti della sua generazione, quella delle sregolate libertà del sessantotto. Alcuni racconti partono non a caso da fotografie di gruppo e scrutano volti di ieri per evocare quel che la vita ne ha fatto. Si svolgono a sud, tra Italia e Spagna, tra vite di nordici disillusi che vi si sono arenati.
Il più bello è forse Gondole su un incontro esemplare e lontano del narratore con una ragazza americana. Sono testi malinconici e a volte tragici, ma le domande che lo scrittore pone a se stesso in forme squisitamente letterarie non sono mai pretestuose: sono quelle a cui la grande letteratura cerca di rispondere da sempre sapendo che non ci riuscirà, ma che il suo scopo è continuare a cercare, coinvolgendo il lettore.
Internazionale, numero 841, 9 aprile 2010
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