Letizia Muratori, Sole senza nessuno
Adelphi, 134 pagine, 16,00 euro
Ancora una scrittrice di valore. Con Rosa Matteucci, Simona Vinci, Michela Murgia e poche altre, Letizia Muratori è ormai una sicura presenza nel nostro panorama letterario, il cui miglior libro è lo sconcertante Il giorno dell’indipendenza, sempre di Adelphi.
Muratori sa come sorprenderci tenendoci sul filo del rasoio di un’azione apparentemente banale, sottilmente ambigua che precipita pian piano o all’improvviso verso lidi inattesi e spiazzanti. Sceglie ambientazioni insolite nel passato (il mondo romano della moda negli anni cinquanta delle Fontana e degli Schubert, delle Ava Gardner e delle Audrey Hepburn, dove Emilia, la protagonista, si è formata come modella) e nel presente (quello che ne è un derivato, delle messinscene per turisti esigenti e un po’ cafoni).
Nel passato c’è un mistero che incide sulle scombinate esperienze sentimentali di Emilia, della figlia fotografa e dell’ex marito. Una tragedia non chiara, rimossa e che va ancora rimossa. Con grande abilità, la Muratori precipita dall’apparente e un po’ noiosa banalità del racconto borghese, nel pozzo di una complessità un po’ torbida, certamente dolorosa.
Più “normale” degli altri romanzi, Sole senza nessuno (dove è il sole che sembra essere senza nessuno e non le donne) è però la prova di una raggiunta maestria e di un’ispirazione insolita, mai rassicurante.
Internazionale, numero 866, 1 ottobre 2010
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