Fabian Negrin, Chiamatemi Sandokan!
Salani, 64 pagine, 13,00 euro
Passata la furia celebrativa dell’unità d’Italia e passata anche quella per il centenario della morte di Salgari, arriva forse il momento delle riflessioni più solide e, per Salgari, degli omaggi più belli. Il più bello di tutti, insieme alla ricostruzione-romanzo della sua morte fatta da Ernesto Ferrero in Disegnare il vento. L’ultimo viaggio del Capitano Salgari (Einaudi), è quello che gli ha reso un grande illustratore che è anche ottimo narratore di storie per bambini, Fabian Negrin, argentino d’Italia.
Il modo in cui la fantasia irrompe nella realtà è guidato da una ragazzina che, in tempo di vacanze in casa della nonna, scopre le storie di Sandokan e coinvolge un cuginetto più piccolo nelle fantasie che quelle storie stimolano. È lei a raccontare, ma l’ultima battuta e l’ultima immagine in cui si potrebbe riconoscere l’autore bambino e i bambini che siamo stati, spettano al cuginetto: “‘Sbrigati, Aldo, che la mamma è venuta a prenderti’. ‘Aldo?’, ha detto mio cugino, ‘Chiamatemi Sandokan!’”. Pagina dopo pagina le evocazioni del ciclo di Mompracem entrano meravigliosamente nella quotidianità dei due bambini, e vi s’intrecciano, e sovrappongono le matite veloci del vero e i colori vibranti della fantasia. Il risultato è un capolavoro sotto l’aspetto sia dell’illustrazione sia dell’evocazione, e un racconto dell’immaginario infantile e, come Salgari ci ha di nuovo dimostrato, non solo infantile.
Internazionale, numero 900, 2 giugno 2011
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