Stefano Benni, La Traccia Dell’Angelo
Sellerio, 104 pagine, 11 euro
Nel passaggio da Feltrinelli a Sellerio, Benni ci ha dato il suo libro più forte, poco umoristico, molto doloroso, e che forse sconcerterà qualche affezionato lettore. S’intuisce, nella storia di una depressione – nella sudditanza del protagonista Morfeo agli psicofarmaci per riuscire ad andare avanti e nei suoi sforzi per uscirne – qualcosa che riguarda l’autore da vicino, così come riguarda milioni di persone: “L’uomo delle caverne dormiva coi sonniferi?
Migliaia di medicine, diete, panacee. Vogliono stare tranquilli, i mercanti di medicinali. Un giorno avrebbe saputo dei loro guadagni: milioni di miliardi all’anno. E di questi guadagni spendevano solo il cinque per cento per cercare medicinali nuovi e più sicuri, non solo efficaci e anestetici e felicizzanti”.
La “nemesi medica” di cui ha scritto Illich è frutto di un’industria che è la terza del mondo dopo quelle delle armi e del petrolio. La storia di Morfeo, a cui da bambino hanno diagnosticato imbecillescamente l’epilessia rendendolo schiavo dei farmaci, s’intreccia con quella di tanti e fa scoprire sofferenze comuni, ma anche, dietro alcuni di loro e dietro i pochissimi che cercano di aiutarli, una natura da angeli ribelli, una solidarietà da angeli caduti.
Anche se le storie continuano e la malattia può ancora crescere, bisogna rendere “grazie a voi angeli”, dice Benni.
Internazionale, numero 915, 16 settembre 2011
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