**Antonio Scurati, La seconda mezzanotte
Bompiani, 352 pagine, 19 euro
“Alla fine la sera occidentale era arrivata, ma gradualmente, e noi con ce n’eravamo nemmeno accorti”. Questo romanzo di fantascienza apocalittica risente di grandi modelli letterari e filmici ma ha una coerenza e una necessità tutte di oggi.
Siamo nel 2072 in un mondo orribile di cui la tv celebra con la massima compiacenza le nuove stragi e sciagure e dove l’impero più forte è il cinese, che ha soggiogato anche l’Europa. Siamo a Nuova Venezia, città del divertimento e dell’eccesso protetta da una gigantesca cupola che lascia fuori una laguna travolta dalle acque.
Siamo tra i dannati costretti per sopravvivere al delitto e alla prostituzione. Siamo nei giochi del circo, simili e peggiori di quelli della Roma antica, tra personaggi emblematici ed estremi, primi fra tutti il Maestro dei gladiatori e Spartaco, il ribelle che fugge, per tornare all’arena nell’ultimo capitolo, quando dentro e fuori si incontrano di nuovo e la rivolta esplode.
Privilegiando l’azione, l’autore non dimentica le sue ambizioni teoriche, e il suo resta un romanzo di pensiero, che guarda in faccia la barbarie che verrà. Se qualche scena è più truculenta del necessario, la coerenza del progetto è retta da una grande capacità evocativa e da una morale: bisogna far di tutto per uscire dal labirinto delle Nuove Venezie, finché c’è tempo.
Internazionale, numero 918, 7 ottobre 2011
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