Tayeb Salih, La stagione della migrazione a Nord
Sellerio, 182 pagine, 14 euro
Ritorna, accompagnato dalle osservazioni di un traduttore attentissimo, uno dei massimi capolavori della letteratura araba del novecento, opera di uno scrittore sudanese morto ottantenne a Londra due anni fa. Edward Said vi vide una “stupefacente” risposta araba a Cuore di tenebra, una risposta che “dipende dal romanzo di Conrad ma ne è indipendente allo stesso tempo”. È la storia di una ritorsione al colonialismo attraverso il personaggio di Mustafà Said, nero educato da inglesi che a Londra conquista e disprezza donne bianche fino a uccidere la sua stessa moglie.
Ma il romanzo, fatto di storie nella storia come nelle Mille e una notte, mette in campo, nel villaggio dove il narratore (alter ego di Mustafà) torna da Londra, molti personaggi sia maschili – i più forti sono Mustafà, tornato dopo il carcere al villaggio, e il nonno del narratore, di saggezza antica – sia femminili alle soglie di una ribellione ancora impossibile. La struttura complessa dell’opera concentra temi fondamentali per la cultura araba di appena ieri e ancora oggi assolutamente attuali, coinvolge e affascina ma soprattutto costringe a pensare, e ci aiuta a capire meglio il rapporto tra sud e nord del mondo.
Al narratore il compito di legare passato e futuro in un complesso presente tagliando e cucendo, sciogliendo e legando.
Internazionale, numero 928, 16 dicembre 2011
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