Friedrich Dürrenmatt, Franco Quinto. Commedia di una banca

Marcos y Marcos, 158 pagine, 12 euro

Ritorna, nella traduzione di Aloisio Rendi, una delle più feroci commedie del grande scrittore svizzero-tedesco, lucidissimo analista della società in cui è vissuto (Dürrenmatt è morto nel 1990), cosciente perfino più di Brecht del male di una società fondata sul denaro, ma anche del male che si afferma nella violenza e nella menzogna. L’autore del capolavoro La visita della vecchia signora, in Franco Quinto – quinto di una stirpe di banchieri – racconta come funziona una banca, caricando le tinte in modi in apparenza paradossali.

Alla fine di una veloce e scatenata spiegazione corale sul funzionamento della finanza, efficacemente ed estremisticamente didascalica e coadiuvata da canto e musica, un vecchissimo presidente della repubblica paternamente rimprovera i sopravvissuti del massacro padronale, però assolvendo tutti e tutto, anche se, dice, ora i metodi – truffa e omicidio – devono essere più limati, le apparenze salvaguardate, ché “così radicali esser non si può / così radicali esser non si può”. Si chiedeva Brecht se fosse più criminale svaligiare una banca o fondarne una, e ripete il migliore (con Heiner Müller) dei suoi allievi: “Rapinare una banca è roba da dilettanti. I veri professionisti una banca la fondano”. E a una generazione ne succede un’altra, più criminale e astuta della precedente.

Internazionale, numero 943, 6 aprile 2012

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