Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero

Minimum fax, 202 pagine, 14 euro

Al terzo libro, Cognetti, milanese di 34 anni, precisa ispirazione e scrittura e divide questo romanzo in blocchi autonomi, racconti in cui gli stessi personaggi s’inseguono e ritrovano avanti e indietro negli anni: vite normali di un tempo fragile e nevrotico, senza qualità. Attorno a Sofia bambina ragazza donna, inquieta sintesi di molte figure note, si muove un gruppo di persone, i suoi genitori, una zia e uno zio, un piccolo universo periferico lombardo di un ceto medio che la storia condiziona e manipola senza che se ne renda conto o quasi.

Un capitolo ci porta in fabbrica tramite il padre ingegnere di Sofia ed è una mini-storia dell’Alfa di Arese e del suo smantellamento. Con scavo preciso, attento ai momenti di crisi e alla loro incubazione, con una partecipazione dolente che sa bensì tenersi distante per poter meglio capire senza mai giudicare, ci accostiamo alle ragioni degli uni e degli altri, alle loro insoddisfazioni e difficoltà più intime, fino a un ultimo capitolo-racconto tutto newyorchese.

Qui l’autore dice infine io, e si mette in campo tra i personaggi confrontandosi con Sofia, ritroso centro d’interesse del libro e verificando più somiglianza che diversità. In mezzo a tanti chiassosi scriventi, Cognetti è uno scrittore vero, e sa quel che vuole e quel che fa.

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