**Svetlana Velmar-Jancovic, *Lagum ***
Jaca Book, 270 pagine, 16 euro
Jurica Pavičić, Il collezionista di serpenti
Besa, 248 pagine, 20 euro
Lagum è un grande romanzo serbo che narra, con evidenti riferimenti autobiografici, una storia che parte da lontano, i ricordi e le angosce di una vecchia borghese che nel 1944 con l’arrivo di Tito ha perso tutto, e non sa darsene pace.
Un grande romanzo e una grande scrittrice, anche se il riferimento al
Dottor Zivago fatto da alcuni è eccessivo, per la comprensibile difficoltà dell’autrice di staccarsi dalla materia e investirsi delle ragioni degli altri, travolta dalla storia con la esse maiuscola, come è stato di milioni di destini, ed è e sarà ancora nel tempo. Tra vincitori e vinti le parti cambiano, la parte dei vinti diventa per forza la più giusta.
Il croato, dalmata Jurica Pavičić scrive racconti di ottimo mestiere, con una bella propensione al melodramma familiare: incomprensioni e infelicità d’oggi e recenti, normalità e guerra, violenza e morte, buoni e cattivi che si scambiano facilmente le parti, donne in rivolta, fughe e funerali, padri e figli e fratelli e sorelle.
Difficile distinguere tra vinti e vincitori nella vita di tutti i giorni, in guerra e in pace. Sia lode a Jaca e a Besa per farci conoscere la letteratura d’oltre Adriatico, e a Keller, Zandonai e pochi altri, da nord a sud, che ci aprono alle letterature del nostro Est.
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