**Dorothy Parker, Eccoci qui **
Astoria, 166 pagine, 15 euro
**Violette Ailhaud, *L’uomo seme ***
Playground, 56 pagine, 7 euro
Torna Dorothy Parker, con alcuni dei suoi racconti di umorismo nero sulla società americana degli anni trenta, e oltre, sui borghesi di sempre e sulle loro vittime, uomini e donne (ma crudeli o stolide le ricche) e bambini (ma pronti, i ricchi, a diventare il contrario). Amata per le sue sferzanti e spiazzanti novelle, degne della tradizione di Čechov e Maupassant, Mansfield e O. Henry, fu tradotta in Italia da Montale ma manca dalle librerie da tempo.
I racconti di questo volume sono sufficienti a farla di nuovo apprezzare e non hanno perso il loro smalto nel ritrarre egoismo, stolidità e cattiveria borghesi, gelosie, invidie e maldicenze, il pregiudizio e la finta benevolenza verso gli altri. L’occhio è spietato, ma la Parker si fa commuovere con le brutte donne di servizio, le belle alcolizzate per disperazione o con i bambini adottati da mostri.
Per un’immagine diversa del mondo e delle donne, il bellissimo e breve memoir di Violette Ailhaud
L’uomo seme (scritto nel 1919), dove una protagonista narra, tanti anni dopo, di un villaggio provenzale spopolato degli uomini perché, nel 1852, si sono ribellati al golpe di Napoleone “il piccolo”, e le cui donne decidono che il primo uomo che capiterà tra quei monti dovrà averle tutte, perché la vita continui. E così felicemente avvenne.
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