Scrittore fallito Sur, 232 pagine
L’amore stregone Intermezzi, 214 pagine
Acqueforti di Buenos Aires Del Vecchio, 292 pagine
Un viaggio terribile Arcoiris, 98 pagine
Arlt fu molto amato da Cortázar e lo si contrappose a Borges, ma anche Borges ne fu affascinato. Dopo che, quasi contemporaneamente, Einaudi e Minimum fax hanno riproposto I sette pazzi, prima parte del suo capolavoro che contempla un seguito, I lanciafiamme, ecco che molti editori scoprono e traducono il più grande scrittore argentino del novecento con Borges e Cortázar.
Anche perché Arlt è morto nel 1942 e la sua opera è dunque fuori diritti.
Questi romanzi, racconti e scritti giornalistici (le appassionanti “acqueforti portegne”) ci aiutano a capire meglio uno scrittore sregolato, bizzarro, famelico, anarchico e pre-peronista, osservatore appassionato della realtà più ovvia e di quella più nascosta di una metropoli fatta di immigrati di opposte culture obbligati a convivere, scopritore di storie che sembrano improbabili perché troppo vere, di personaggi di minimi visionari e di frustrati con smania di vendetta, di umiliati e offesi, di lumpen e piccolissimo borghesi (la sua matrice era dostoevskiana, ma con molta considerazione per il feuilleton ottocentesco, per Sue).
Mancano all’appello Il gobbetto e si aspetta il ritorno del Giocattolo rabbioso. Con loro, Arlt avrà la sua piena rivincita anche presso i nostri pigri lettori ed editori.
Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2014 a pagina 82 di Internazionale, con il titolo “La rivincita di Arlt”. Compra questo numero | Abbonati
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