Marco Buttino, Samarcanda
Viella, 384 pagine, 29 euro
Cédric Gras,Vladivostok
Voland, 216 pagine, 15 euro

Oggi ci si sposta molto facilmente e conoscere il mondo può essere ancora un’avventura necessaria. Può essere però una cosa impegnativa, come dimostra lo straordinario studio di Buttino, storico torinese, su Samarcanda. La città dell’Uzbekistan è stata sfondo di molti romanzi e potrebbe, dalle pagine di questo libro, esserlo per cento altri. “Non è poi così lontana Samarcanda”, cantava Roberto Vecchioni.

Posta sulla Via della seta, oggetto di molte conquiste tra cui quella sovietica che si concluse solo nel 1991 al tempo di Gorbačëv, a cui la città deve la sua modernizzazione, per certi aspetti positiva e per altri oppressiva, Samarcanda resta città di minoranze spesso perseguitate e luogo di incontro e scontro di tante differenze. E la storia non l’ha risparmiata.

Buttino la frequenta da decenni e ci guida con rispetto, aiuta a capire storia e presente dell’Asia centrale. Gras, al contrario, è il tipico viaggiatore letterato che vede la superficie e sa raccontarla, ma non scava. Serve però anche lui a capire la complessità del pianeta pur narrandone una sola città, estremo oriente russo sulle rive del Pacifico. Beate le “suole di vento” dei giovani di oggi, cui augurare bensì di seguire il modello Buttino.

Questa rubrica è stata pubblicata l’8 gennaio 2016 a pagina 76 di Internazionale, con il titolo “Scoperte lungo la Via della seta”. Compra questo numero | Abbonati

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