“Date le dimensioni della crisi del virus zika, incoraggiamo i paesi colpiti a promuovere l’uso di metodi di controllo delle zanzare vecchi e nuovi”, ha dichiarato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ma non ha chiarito cosa intendeva con “nuovi metodi”.
Il virus zika, che è trasmesso dalle zanzare, sta seminando il panico in tutto il mondo. Solo l’anno scorso in Brasile si è scoperto che provoca la microcefalia nei neonati. L’Oms ritiene che quest’anno il virus potrebbe infettare fra i tre e i quattro milioni di persone solo nelle Americhe, e il suo “nuovo metodo” consiste nello sterminare le zanzare. Letteralmente.
Un’opzione pronta all’uso
Una soluzione alternativa sarebbe sviluppare un vaccino, ma potrebbero volerci anche dieci anni e la crisi va affrontata adesso. Lo zika è già stato segnalato in più di trenta paesi e il Brasile sta esaminando più di 4.300 casi di sospetta microcefalia. C’è bisogno di fare qualcosa al più presto.
Per una strana coincidenza, esiste un’opzione pronta per l’uso. Sono passati solo dodici anni da quando Austin Burt, un genetista dell’Imperial College London, ha avanzato l’ipotesi di un intervento di ingegneria genetica che potrebbe servire per diffondere alcune qualità desiderabili (come l’immunità alla malaria) in un’intera popolazione in un tempo relativamente breve. Con una popolazione di zanzare, le cui generazioni vivono appena un mese, la cosa sarebbe possibile in un anno o due.
Le zanzare sono state il primo obiettivo di questa nuova tecnica, perché le loro punture trasmettano malattie mortali come la febbre dengue, la chikungunya e soprattutto la malaria, che uccide ancora seicentomila persone all’anno. Ma “assemblare” un gene era un processo lungo e difficile, finché nel 2012 è stato sviluppato Crispr/Cas9, uno strumento veloce, preciso ed economico.
Gli scienziati si sono messi immediatamente a lavorare sui geni delle zanzare, e l’anno scorso hanno ottenuto una zanzara geneticamente modificata i cui piccoli non vivono abbastanza da diventare adulti, ma muoiono quando sono ancora larve, prima di potersi riprodurre.
Per una coincidenza ancor più strana, i geni su cui stavano lavorando erano quelli di un particolare tipo di zanzara, la Aedes aegypti, nota per essere un vettore della febbre dengue. Ma la Aedes aegypti è anche il principale vettore del virus zika. Oxitec, l’azienda britannica creata per sfruttare questa nuova tecnologia, sta già sperimentando la versione geneticamente modificata dell’insetto sul campo. La fortuna ha voluto che ciò accadesse in Brasile.
A Piracicaba, la Oxitec ha uno stabilimento che ogni settimana produce 800mila zanzare portatrici del gene Ox513a, e un camion bianco che le libera in tutta la città. In teoria dovrebbero accoppiarsi con le femmine locali della stessa specie, i cui figli non cresceranno mai e non potranno mai accoppiarsi: in questo modo la popolazione locale degli insetti dovrebbe declinare rapidamente. E, in pratica, la cosa funziona.
L’umanità ha già spazzato via intere specie prima d’ora. Ma stavolta è diverso: lo farebbe deliberatamente
In realtà è un processo che richiede molto lavoro, e le zanzare prodotte dal piccolo stabilimento bastano a coprire solo una città di diecimila persone. Per sradicare totalmente la popolazione locale di Aedes aegypti, anche se non fosse alimentata da maschi fertili dei dintorni, ci vorranno varie decine di generazioni, ovvero un paio d’anni. Naturalmente l’iniziativa potrebbe essere allargata fino a coprire tutto il Brasile, o perfino tutto il mondo. La domanda è: è opportuno?
L’umanità ha già spazzato via intere specie, a partire dai grandi animali sterminati quando gli uomini sono arrivati per la prima volta in America, in Australia e nelle isole oceaniche. Ma stavolta è diverso. Non è mai successo prima che volessimo deliberatamente sterminare una specie.
Preoccupazione legittima
Alcuni ambientalisti hanno già attaccato l’idea, sulla base del fatto che distruggere un’intera specie di zanzare sconvolgerebbe l’equilibrio ecologico e potrebbe causare ulteriori estinzioni tra gli animali che se ne cibano, o addirittura creare una nicchia ecologica che sarebbe riempita da una specie ancora più cattiva.
Ma probabilmente il vero timore è che si crei un precedente. Se oggi spazziamo via la Aedes aegypti, quale altra specie decideremo di sterminare in futuro per il nostro tornaconto? È una preoccupazione legittima, ma le zanzare non piacciono a nessuno e i bambini piacciono a tutti. La minaccia dello zika sarà più forte di tutti i loro argomenti.
Nel mondo esistono circa tremila specie di zanzara, e solo duecento di esse pungono gli esseri umani. A riempire il vuoto lasciato dalla Aedes aegypti, quindi, saranno le altre specie, e nessun uccello, pesce o insetto morirà di fame. Se non vi piace l’idea di “giocare a fare dio”, basta conservare una piccola popolazione fertile di Aedes aegypti in cattività in modo da poter ripopolare il pianeta con queste piccoli pesti, in caso di necessità.
L’ultima parola sulla questione spetta a E. O. Wilson, grande biologo e difensore della biodiversità. Nel suo libro La creazione, un appello per salvare la vita sulla Terra, Wilson fa un’eccezione per le Anopheles gambiae, le zanzare che diffondono la malaria in Africa. “Conserviamo il loro dna per la ricerca. E poi liberiamocene”, scrive. Lo stesso vale per la Aedes aegypti. Stiamo per commettere un insetticidio. Ed è giusto così.
(Traduzione di Federico Ferrone)
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