Erminia dell’Oro, Il mare davanti
Piemme, 154 pagine, 16 euro
Tsegehans Weldeslassie è un giovane eritreo. Gli amici lo chiamano Ziggy. Ha un grande sorriso e tanta voglia di abbracciare il mondo. Ziggy è nato ad Asmara. Ed è qui che torna ogni anno l’autrice del libro, Erminia dell’Oro. Anche lei è nata ad Asmara, figlia di italiani che risiedevano lì nel secolo scorso.
Erminia è una donna divisa a metà tra Africa ed Europa, asmarina al 100 per cento. Ed è in uno dei suoi ritorni ad Asmara “in un tardo pomeriggio di fine novembre” che tocca con mano il dolore dei nostri tempi. Lei è tranquilla, cammina tra le belle ville ornate da cascate di buganvillee, ma poi improvvisamente s’imbatte in una parete grigia, delle fotografie, dei volti. Sono le foto degli scomparsi nel naufragio del 3 ottobre 2013 nel canale di Sicilia. Una donna si avvicina a quei ritratti, piange. Erminia vede tutto. Sente quel dolore. Vede l’Eritrea, la sua Eritrea, perdere i suoi figli.
Ed ecco che l’incontro con Ziggy diventa un modo per spiegare cosa succede ai migranti in questi viaggi pericolosi per arrivare in Europa. Ziggy racconta tutto a Erminia, due asmarini si confrontano e si capiscono. Ne esce fuori un libro intenso, dalla prosa nitida. Un viaggio tra i sogni dell’Eritrea di ieri e la delusione che permea il paese oggi. Un libro che non è solo testimonianza, ma è soprattutto incrocio di sguardi.
Questa rubrica è stata pubblicata il 22 luglio 2016 a pagina 81 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati
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