Ora che finalmente è il candidato repubblicano in pectore, Mitt Romney può ricominciare a comportarsi da moderato. Almeno così sembra dai commenti fatti il 15 aprile durante una raccolta fondi privata a Palm Beach – commenti puntualmente arrivati all’orecchio dei giornalisti assiepati fuori sul marciapiede. Romney ha detto di voler abbassare le detrazioni fiscali sulla seconda casa per i proprietari più ricchi, una posizione più equilibrata rispetto alle posizioni ultraconservatrici imposte dal clima delle primarie.
Il passaggio dalle primarie alle elezioni generali porta quasi sempre un certo grado di moderazione nei candidati. Tradizionalmente, i politici (di destra e di sinistra) una volta conquistata la nomination si allontanano dagli estremi per riavvicinarsi al centro, dove si decidono le elezioni generali.
Romney, però, non è un candidato come gli altri. Molti lo considerano un voltagabbana che direbbe qualsiasi cosa pur di essere eletto. Qualsiasi suo tentativo di aggiustare il tiro, perciò, rischia di confermare questa opinione. In queste elezioni i repubblicani sono più che mai trincerati su posizioni ideologiche, e i compagni di partito di Romney al congresso non sembrano disposti a fare compromessi in chiave centrista.
A porte chiuse Romney potrà anche sussurrare parole moderate, ma i duri e puri del suo partito da quell’orecchio non ci sentono.
*Traduzione di Fabrizio Saulini.
Internazionale, numero 945, 20 aprile 2012*
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