Se l’inizio del confronto diretto tra Mitt Romney e Barack Obama aveva fatto sperare in una fase più dignitosa della campagna elettorale, la “guerra ai cani” ha mandato in fumo ogni speranza. A quanto pare non c’è mai fine al ridicolo. I repubblicani, stufi delle prese in giro dei democratici su Romney, che alcuni anni fa avrebbe fatto un viaggio in Canada con il cane di famiglia legato al tetto della sua auto, hanno contrattaccato mettendo in dubbio l’umanità di Obama, che da bambino, in Indonesia, avrebbe assaggiato carne di cane.

Prima della guerra ai cani c’era la guerra alle donne: repubblicani e democratici si sono accapigliati sulle osservazioni inopportune (ma tecnicamente ineccepibili) di una commentatrice tv su Ann Romney, la moglie del candidato, che non avendo mai lavorato in vita sua non dà un bel messaggio alle donne che lavorano. Le uniche notizie che offrono una tregua in queste guerre riguardano altri scandali, che hanno poco a che fare con i problemi degli elettori. Il fatto che alcuni agenti dei servizi segreti avrebbero frequentato delle prostitute in Colombia prima della visita di Obama ha conquistato le prime pagine dei giornali con la foto di un funzionario che beve champagne in una vasca da bagno di Las Vegas a spese dei contribuenti. L’anno delle elezioni è spesso definito “la stagione sciocca”, ma il 2012 sta raggiungendo nuove vette di futilità.

*Traduzione di Fabrizio Saulini.

Internazionale, numero 946, 26 aprile 2012*

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