Mitt Romney ha radunato una trentina di familiari sul lago Winnipesaukee, nel New Hampshire, per le Romney Olympics, un appuntamento all’insegna degli sport più amati dalla famiglia Romney, e per guardare insieme i fuochi d’artificio del 4 luglio, anniversario dell’indipendenza degli Stati Uniti. Nel frattempo, altri fuochi d’artificio scoppiavano dietro le quinte della campagna elettorale.

Sheldon Adelson, il re dei casinò, si è impegnato a donare dieci milioni di dollari ai gruppi repubblicani sponsorizzati dai fratelli Koch, i due petrolieri che hanno stanziato 400 milioni di dollari per battere il presidente Obama.

Di fronte a questo fiume di donazioni, Obama ha lanciato un appello urgente ai suoi grandi finanziatori, che in seguito è trapelato sui mezzi d’informazione: “Se le cose continuano di questo passo, sarò il primo presidente in carica a spendere meno del suo sfidante in campagna elettorale”.

Ma il vero colpo di scena è arrivato dalla corte suprema. John Roberts, il giudice che ha dato il voto decisivo per il via libera alla riforma sanitaria di Obama, ha resistito all’appello dei conservatori. La sua decisione è stata definita da molti un capolavoro di raziocinio giuridico: da un lato ha riaffermato l’indipendenza del potere giudiziario dalla politica, dall’altro ha imposto la sua visione conservatrice dei limiti del governo sancendo la costituzionalità della legge solo come tassa. Così ha dato a Obama una vittoria legislativa insperata, e ai repubblicani un argomento per la campagna elettorale.

Traduzione di Fabrizio Saulini

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