Per quanto ancora il presidente Obama potrà trattenere il fiato? Fino a due settimane fa tutto sembrava andare a gonfie vele. Mitt Romney era stato sorpreso a parlare male di metà degli americani, e anche episodi oggettivamente negativi per Obama come l’uccisione dell’ambasciatore in Libia si erano ritorti contro il candidato repubblicano per via dei suoi commenti maldestri. Obama doveva solo limitarsi a non commettere errori.
Ma alla fine proprio la scelta di trattenere il fiato fino all’ultimo si è rivelata la svista macroscopica che il presidente sperava di evitare. In un dibattito disastroso, durante il quale Obama è sembrato addormentato, Romney lo ha fatto a pezzi. Ma soprattutto, il dibattito ha smascherato la strategia attendista di Obama. Probabilmente il presidente russo Vladimir Putin, che ha cacciato dalla Russia l’agenzia Usaid senza timore di rappresaglie, se n’era già accorto.
Ora l’ha capito anche Romney. Questa settimana, in un importante discorso sulla politica estera, Romney ha criticato Obama per non aver detto subito che l’assassinio dell’ambasciatore statunitense era un attentato terroristico. Poi si è scagliato contro l’immobilismo dell’amministrazione in Siria. Lo staff del presidente ha accusato Romney di riproporre le politiche fallimentari di George W. Bush.
Ora però Obama deve riprendere fiato e fare qualcosa o almeno uscire dal silenzio e andare all’attacco nel prossimo dibattito. Altrimenti nei prossimi quattro anni i suoi sostenitori si ritroveranno a parlare delle politiche di Mitt Romney.
Traduzione di Fabrizio Saulini
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