Mi alzo. Sono [Tiziano Crudeli][1]. Sono milanista. Il mio sangue è rosso-nero. Vivo per il calcio, vivo per il Milan. Vado al lavoro.
Una volta lavoravo a Telelombardia, alla Bovisa. Telelombardia è una tv locale. Vive di cronaca nera, di politici che gridano e soprattutto di calcio. Ma non ha soldi per i diritti. Quindi fa vedere uomini (e qualche donna) che guardano le partite. Commentano, discutono e litigano.
C’e sempre qualche milanista, qualche interista, un po’ di juventini e ogni tanto un romanista. Una giovane donna legge le mail degli spettattori. Si parla molto degli arbitri. Per molti anni sono stato il capo dei milanisti a Telelombardia. Facevo coppia fissa con Elio Corno, che era il capo degli interisti. Litigivamo (un po’ per finta), gridavo, sono diventato famoso. Ogni tanto andavo in curva a San Siro, con i tifosi veri.
Poi sono stato “comprato”, insieme a Corno, dal network 7Gold. Lì facciamo più o meno la stessa cosa. Gridiamo, ci prendiamo in giro, facciamo una cronaca molto faziosa. Abbiamo molti imitatori. Sono diventato famoso, e non solo in Italia. Quest’anno ho fatto molta pubblicità nel Regno Unito, anche con un certo Chris Kamara, una specie di Tiziano Crudeli inglese.
Il mio non è un “italiano basico”, per parafrasare Umberto Eco. Non è proprio italiano. Parlo solo di calcio. Parlo calciano. Uso frasi del tipo “avete rubato”, “non c’era rigore”, “gol, gol, gol, gol, gol, gol, gol” e così via. È un nuovo linguaggio. Il linguaggio del calcio in tv (senza il calcio giocato). E poi io non parlo mai: grido. Sempre. Questa è la mia vita. Milan. Televisione. Milan. Partite. Piango, rido, mi dispero, esulto. Ma tutto è legato al Milan. Vado a letto. Domani è un altro giorno. Sono Tiziano Crudeli. Sono milanista.
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