Roman Abramovich è uno degli uomini più ricchi del mondo. Ha un patrimonio di 8,4 miliardi di sterline. Ha fatto un sacco di soldi quando è crollata l’Unione Sovietica e lo stato si è venduto tutto. Nel 2003 decide di comprarsi un giocattolo: una squadra di calcio.

Sceglie il Chelsea, una squadra di Londra che ha sempre vinto poco (solo uno scudetto nella storia prima di Abramovich, nel 1955). All’inizio interviene poco. Compra qualche giocatore. Lascia fare a Claudio Ranieri. Ma poi diventa sempre più impaziente. Licenzia Ranieri dopo un secondo posto in campionato e una semifinale alla Champions League. Ranieri dichiara che Abramovich “non capisce niente di calcio”.

Ma l’oligarca azzecca subito il nuovo tecnico. Sceglie “The special one”: José Mourinho. Mou vince tutto (tranne la Champions): campionati e coppe varie. Compra un sacco di giocatori spendendo milioni. Alcuni molto bravi (Drogba), alcuni dei brocchi costosissimi (Wright-Phillips). Poi decide di comprare un amico – Andriy Shevchenko (per 30 milioni di sterline circa) – anche se Mourinho non è d’accordo. Sheva costa moltissimo ma segna molto poco, e Mourinho si arrabbia. E va via, nel 2007.

Poi comincia la fase Zamparini: arriva Grant (2007/2008), poi Scolari (2008/2009), poi Hiddink (2009) poi Ancelotti (2009/2011) poi Villas-Boas (2011/2012). Il Chelsea continua a vincere trofei, ma non la Champions. Abramovich spende 50 milioni per un giocatore (Torres), ma anche lui non segna mai.

Nel 2012 licenzia anche “Mou2”, Villas-Boas, e piazza al suo posto Roberto Di Matteo, il vice. Incredibilmente, Di Matteo porta il Chelsea finalmente a vincere la Champions League, ai rigori, dopo una serie di partite giocate con il caro, vecchio, italianissimo catenaccio. Ma neanche questo basta per l’oligarca.

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Non può permettersi di sbagliare neanche un paio di partite. Dopo poco più di 40 partite, nel 2012 va via anche Di Matteo, e arriva Rafa Benitez. Negli anni l’oligarca ha speso più soldi per mandare via tecnici di quanto spendono altre squadre per comprare giocatori. È un uomo solo: un uomo al comando … del calcio.

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