Un numero record di polacchi, il 61,74 per cento, si è recato alle urne il 13 ottobre per le elezioni legislative: si tratta dell’affluenza più alta dai tempi delle storiche elezioni del 1989, che hanno portato alla fine del comunismo. Questo dimostra che, dopo i quattro anni di governo del partito Diritto e giustizia (Pis), la Polonia è profondamente divisa su questioni come i diritti delle donne e delle persone lgbt, il ruolo della chiesa e la libertà democratica, e che questa spaccatura divide praticamente il paese in due campi spesso reciprocamente ostili.
Nel 2015 il Pis aveva vinto le elezioni con una miscela di conservatorismo sociale e promesse di generose spese pubbliche. Ha introdotto un sussidio generale per chi aveva figli, che ha migliorato il benessere economico di molte famiglie e sottolineato l’importanza dei valori tradizionali e della chiesa. Questa combinazione gli ha garantito un elettorato stabile e leale, soprattutto tra i più anziani e meno benestanti. La controversa riforma del sistema giudiziario, con la quale il Pis ha politicizzato i tribunali e messo la Polonia in conflitto con l’Unione europea, non ha diminuito il suo sostegno popolare. Né lo ha fatto l’ondata di scandali riguardanti diversi politici del Pis, con tanto di accuse di corruzione e abuso di potere, raccontate dalla stampa indipendente nei mesi precedenti le elezioni.
Nel corso della campagna elettorale il leader del Pis e primo ministro Jarosław Kaczyński ha corteggiato il suo elettorato con temi legati alla famiglia: ha promesso di mantenere ed espandere i programmi di stato sociale e il sostegno ai valori cristiani. Stavolta ha preso di mira i diritti lgbt, presentandoli come una minaccia alla famiglia tradizionale e all’ordine morale. Molte persone si sono opposte a questa retorica, sostenendo che si trattasse d’incitamento all’odio. Altre, elettori cattolici e conservatori, si sono sentiti rassicurati da questa sua posizione.
La destra non sarà in grado di approvare nuove leggi con la stessa facilità con cui lo ha fatto durante il primo mandato
Con il 43,5 per cento dei voti, il Pis ha ottenuto con un margine ristretto il controllo del Sejm, la camera bassa del parlamento. Anche se la cosa significa che il partito sarà in grado di formare un suo governo da solo, Kaczyński ha mostrato un entusiasmo moderato al momento dell’annuncio dei risultati. “Abbiamo ottenuto molto, ma meritiamo di più”, ha dichiarato. Per modificare la costituzione, il Pis avrebbe in effetti bisogno di una maggioranza dei due terzi.
I partiti d’opposizione hanno formato alleanze più larghe per competere con il Pis durante le elezioni. Il principale, Coalizione civica (Koalicja Obywatelska), è arrivato secondo con il 27,4 per cento. La sinistra (Lewica), che raggruppa vari partiti, ha ottenuto il 12,5 per cento. Più indietro i conservatori di Coalizione polacca, con l’8,5 per cento e i nazionalisti di destra Confederazione, con il 6,8 per cento.
Ancora più deludente, per il Pis, è stata la perdita del controllo del senato. L’opposizione, che è riuscita a coalizzarsi su candidati comuni in molte circoscrizioni, ha ottenuto 51 seggi, contro i 49 del Pis. Il senato ha meno poteri del Sejm, ma può ritardare l’approvazione di alcune leggi e nominare alcuni funzionari in posti chiave, come il difensore dei diritti civili. Il Pis non sarà dunque in grado di approvare nuove leggi con la stessa facilità con cui lo ha fatto durante il primo mandato. Quattro anni fa, il controllo di entrambe le camere del parlamento e della presidenza gli aveva permesso di approvare leggi controverse con una velocità eccezionale, con sedute del Sejm che si sono protratte fino a tarda notte e la violazione di alcune procedure formali. Le elezioni presidenziali sono previste l’anno prossimo, e se l’opposizione riuscirà a presentare un candidato comune e ottenere l’incarico, sarà in grado di bloccare con efficacia qualsiasi riforma radicale del Pis.
Oggi l’opposizione appare inoltre più consolidata. La Sinistra torna in parlamento dopo quattro anni d’assenza, e nei suoi ranghi ci sono alcune facce nuove. Due partiti di sinistra entrati nel Sejm per la prima volta – Primavera (Wiosna) e Insieme (Razem) – vogliono lavorare su questioni che appartengono anche al programma del Pis, come una redistribuzione più equa delle ricchezze. Per il Pis, che mescola tendenze autoritarie con alcune strategie che raccolgono consenso anche a sinistra, questo potrebbe significare che le loro politiche verranno messe in discussione da una nuova prospettiva.
Anche se non avesse perso il senato e si fosse trovata di fronte un’opposizione più forte e più coordinata, il Pis avrebbe comunque attraversato un periodo più complicato. Quando hanno preso il potere nel 2015, la Polonia era all’apice di un boom economico che permetteva ingenti trasferimenti di denaro verso politiche sociali, senza danneggiare il bilancio. Adesso hanno promesso spese ancor più generose. In un tentativo di mantenere i fondi dell’Ue allo stesso livello, il Pis ha rifiutato la proposta di bilancio della Commissione europea. Ma dal momento che il paese potrebbe dover ricevere delle sanzioni per aver indebolito lo stato di diritto, un qualsiasi aumento dei fondi dell’Ue per la Polonia appare improbabile, il che potrebbe rendere difficile, per il Pis, mantenere le sue promesse elettorali.
(Traduzione di Federico Ferrone)
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