Un secolo fa, a New York, la femminista Emma Goldman fu arrestata perché diffondeva “materiale osceno e lascivo”. Distribuiva opuscoli sul controllo delle nascite, e per questo fu messa in carcere. Oggi, se girate un po’ per Manhattan come ho fatto io, potreste pensare che la storia abbia reso giustizia alla sua lunga lotta per la libertà sessuale.
Canzoni che promettono una serie di delizie orizzontali escono dalle porte di negozi che vendono vibratori e biancheria sexy. A SoHo gli uomini tengono per mano i loro mariti. Sui manifesti, alle fermate dei bus e sui tabelloni, immagini di donne sessualmente disponibili sorridono e sbattono ciglia. Viene da pensare che questo sia il paradiso della libertà erotica, il posto dove la rivoluzione sessuale degli anni sessanta ha raggiunto la sua logica conclusione.
Ma entrando in qualsiasi bar dove le notizie scorrono su uno schermo scoprirete che nella terra dei liberi non tutto è libero come sembra. Nelle ultime settimane i politici di destra hanno lanciato un assalto in piena regola alla libertà sessuale e riproduttiva delle donne e ai diritti degli omosessuali, attaccando non solo il matrimonio gay e l’aborto, ma anche la contraccezione. Nel 2012 la moralità della pillola anticoncezionale è di nuovo oggetto di dibattito per i candidati repubblicani alla presidenza. Vedendo tanti vecchi che si riuniscono in tv per discutere se e come le donne debbano essere punite per aver fatto sesso fuori del matrimonio, si potrebbe pensare che oggi la politica statunitense stia seguendo un copione scritto da Margaret Atwood. Mentre la recessione lo stringe nella morsa, il paese si abbandona a una retorica antierotica, antigay e antifemminile che va oltre la “guerra culturale” e sconfina nella controrivoluzione sessuale.
I repubblicani sanno che la contraccezione per loro è un tema perdente. Un sondaggio del New York Times rivela che due terzi degli elettori, tra cui il 67 per cento dei cattolici, sono favorevoli alla copertura sanitaria del controllo delle nascite, e da agosto a oggi Obama ha guadagnato dieci punti tra le elettrici. Ma non riescono lo stesso a trattenersi. Basta un sospetto di sesso incontrollato e cominciano ad agitarsi come cani in calore.
Chiamarla una guerra culturale vorrebbe dire che esistono due schieramenti. Ma non è così. Davanti a tanta eccitazione omofobica e misogina della destra i democratici, per apparire sani di mente, dovrebbero solo stare a guardare i repubblicani mentre si abbandonano a questo asfissiante autoerotismo. Invece solo due mesi fa Obama è intervenuto per impedire la vendita della pillola del giorno dopo alle ragazze sotto i 17 anni, per rassicurare gli statunitensi di centrodestra sempre più sospettosi e sessisti che anche lui odia la libertà sessuale, anche se non quanto quei pazzi dei repubblicani.
Curiosamente, i conservatori britannici che attaccano il diritto all’aborto e alla contraccezione usano gli stessi argomenti, e sembrano voler reintrodurre la paura della sessualità femminile nella vita del paese. Anche in Gran Bretagna il dibattito pubblico sui diritti delle donne e la libertà sessuale sta regredendo. La controrivoluzione sessuale ha attraversato l’oceano, e così la retorica di Dio, del matrimonio, della morale. E c’è anche un ritorno di fiamma della misoginia legislativa, che mira a togliere sostegno pubblico al diritto di noi donne di controllare il nostro corpo e il nostro destino. Vale la pena ricordare a noi stesse cosa significano in termini politici il controllo delle nascite e l’aborto.
La pillola anticoncezionale è stato il primo passo di una rivoluzione che ha liberato una metà della razza umana dalla dipendenza dall’altra. Con la legalizzazione dell’aborto nell’eventualità che la contraccezione non avesse funzionato, le donne sono finalmente diventate padrone del proprio sistema riproduttivo, piuttosto che sue schiave. Ora possiamo scegliere se e quanti figli vogliamo avere e quando averli, possiamo essere sessualmente attive senza timore di una gravidanza, e possiamo essere presenti, in teoria, in ogni ambito della vita pubblica e professionale. Possiamo avere, cioè, tutti i vantaggi di cui gli uomini hanno sempre goduto per puri motivi biologici.
Quando conservatori come Rick Santorum si lamentano perché il controllo delle nascite incoraggia le donne ad avere rapporti sessuali fuori del matrimonio, la risposta giusta dovrebbe essere “Sì, e allora?”. Sono proprio questi i progressi che rendono possibile una vera uguaglianza, e sono questi diritti che il club tutto maschile della politica moderna vuole colpire, quando si lamenta del “declino morale” della vita pubblica. La controrivoluzione sessuale è una questione di controllo, controllo delle donne, del desiderio e dello spazio politico. E i cartelloni stradali fanno parte del gioco. La donna ridotta a oggetto è un altro modo per gestire e sfruttare il desiderio. La cultura angloamericana non ha mai avuto problemi con il sesso, purché sia accuratamente controllato, goduto solo dagli uomini eterosessuali e subìto dalle donne, colpevolmente, al buio.
*Traduzione di Bruna Tortorella.
Internazionale, numero 938, 2 marzo 2012*
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