Sarebbe bello poter controllare i cambiamenti climatici girando una semplice manopola. Purtroppo il progresso non è ancora arrivato a tanto. Ma anche se non siamo in grado di imbrigliare le forze della natura, possiamo già trasformare una fresca serata d’ottobre in un torrido pomeriggio estivo. Basta comprare per 150 euro una stufa a infrarossi per uso esterno, o scaldapatio, come preferiscono chiamarlo alcuni rivenditori del settore “eliminiamo le stagioni”.
I modelli per uso domestico sono in commercio solo da qualche anno, ma sono indice di una tendenza precisa: all’inizio del ventunesimo secolo non abbiamo ancora capito quanto sia importante “pensare a lungo termine”, e noi britannici non riusciamo ad accettare l’idea che viviamo alla stessa latitudine della penisola di Terranova, in Canada, e non di New Delhi.
In fondo, si chiedono alcuni, perché aspettare qualche decina d’anni – quando l’aumento della temperatura avrà provveduto a riscaldare l’aria fresca dell’autunno – se già ora possiamo usare la nostra stufetta per ambienti esterni ed emettere un altro po’ di gas serra (anche se in questo caso potremmo parlare di “gas gazebo”) nell’atmosfera? Una di queste stufe rilascia una quantità di gas inquinanti pari a quella prodotta da un autocarro lanciato a grande velocità.
La differenza è che non ha alcun dispositivo per filtrarli o ridurne l’entità. Sono prodotti molto inefficienti dal punto di vista energetico: con una bombola di gas naturale da 13 chili uno scaldapatio riscalda un’area esterna di 25 metri quadrati per dodici ore.
Con la stessa bombola, un impianto di riscaldamento interno tiene calda un’area della stessa superficie dieci volte più a lungo. Quindi avrebbe più senso stare in giardino con un asciugacapelli puntato addosso: il calore, almeno, andrebbe dritto verso l’obiettivo invece di irradiarsi e disperdersi verso l’alto.
Il boom delle vendite di queste stufe ha gettato gli ambientalisti nello sconforto. “È difficile immaginare un prodotto più inutile e dannoso per l’ambiente”, ha detto l’anno scorso Tony Juniper, presidente di Amici della Terra, dopo che Elliot Morley, il ministro dell’ambiente britannico, aveva definito le stufette per uso esterno “un lusso bello e buono”. Il ministro aveva aggiunto che “in un’epoca in cui stiamo cercando in tutti i modi di combattere i cambiamenti climatici, dovremmo chiederci se abbiamo davvero bisogno di un aggeggio che riscalda gli ambienti esterni”.
Nell’estate del 2005 a Morley è stata perfino rivolta un’interrogazione parlamentare: alcuni deputati gli hanno chiesto quante stufe per ambienti esterni siano attualmente in uso in Gran Bretagna e quale impatto possano produrre. Ebbene, nelle abitazioni private ce ne sono 630mila, mentre presso le strutture alberghiere o i ristoranti ne sono state installate tra le 26mila e le 105mila.
Secondo i dati forniti dal Market transformation programme, un’agenzia che collabora con il governo britannico alle politiche per i prodotti sostenibili, l’energia consumata dagli scaldapatio usati in Gran Bretagna si aggira tra i 950 e i 1.770 gigawattora, che equivalgono a 200-380mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica all’anno. è più o meno la stessa quantità di anidride carbonica “risparmiata” dalla Gran Bretagna nel 2003, dopo l’introduzione delle prime misure fiscali che colpiscono l’uso delle auto aziendali per ridurre l’inquinamento. Ma il messaggio è ben lontano dall’essere recepito.
Per ironia della sorte una delle stufe per ambienti esterni più vendute in Gran Bretagna si chiama Sahara Big Burn: con un nome così, nessuno potrà mai accusare il produttore di violare le norme che regolano la descrizione dei prodotti.
I consigli delle aziende per i nuovi acquirenti dimostrano chiaramente che c’è ancora molta strada da fare prima che tutti si abituino a ragionare in termini di responsabilità ambientale, cioè a vedere il legame diretto tra le nostre azioni quotidiane e i cambiamenti climatici.
La Calor Gas, per esempio, è senza dubbio contenta del boom degli scaldapatio. Sul suo sito, alla sezione “Gli apparecchi di riscaldamento per esterni e l’ambiente”, dà alcune informazioni su cose che forse tutti già sanno ma che è meglio ribadire. Tra le “semplici linee guida per consentirvi di godere a pieno del tepore di una stufa senza danneggiare l’ambiente”, si legge: “Se siete sul terrazzo o in giardino, abbassate il termostato dell’impianto di riscaldamento interno del vostro appartamento; indossate indumenti adatti alla temperatura esterna e spegnete lo scaldapatio se il tempo si fa più caldo; posizionate la stufa lontano da forti venti o correnti d’aria”. Ma il mio preferito tra i consigli è questo: “Quando rientrate in casa, non dimenticate di spegnere il vostro scaldapatio”.
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