Silvio Berlusconi ha denunciato alcuni giornali internazionali per aver pubblicato quella che lui definisce “spazzatura” sulla sua vita privata. Subito dal villaggio globale si è sollevato un gran polverone in difesa della libertà di stampa.

È sceso in campo perfino Alastair Campbell, responsabile della comunicazione di Tony Blair e maestro nell’arte di confondere i mezzi d’informazione per fargli scrivere quello che vuole lui. Le critiche a Berlusconi sono unanimi ed è giusto che sia così. Peccato però che non si approfitti della vicenda per riflettere sul ruolo della stampa mondiale.

Da Judith Miller del New York Times, che pubblicò le bugie della Casa Bianca sull’Iraq, allo scandalo legato al suicidio di David Kelly, costato il posto al direttore della Bbc, fino alla censura quotidiana degli articoli che raccontano le malefatte delle multinazionali, la politica e i mezzi d’informazione vanno a braccetto da troppo tempo.

È ora che la stampa torni a essere indipendente e che i giornalisti tornino a fare il loro mestiere, che è quello di diffidare dei politici, dei responsabili delle pubbliche relazioni e di tutto il carrozzone della politica spettacolo.

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