I banchieri hanno ricominciato a fare soldi e a dividersi lauti bonus. Molti si chiedono come sia possibile. La risposta è nell’estratto conto e si chiama spread. Lo spread è la differenza tra il tasso interbancario, vale a dire il costo dei prestiti tra le banche, e il tasso d’interesse che queste impongono ai clienti.
Lo spread è l’anima del moltiplicatore bancario, il meccanismo descritto da Keynes che permette alle banche di produrre denaro raccogliendo il risparmio e ridistribuendolo nella società. Oggi lo spread oscilla tra il 2,8 e il 3,5 per cento, a seconda dell’attività e della clientela. Prima del crollo della Lehman Brothers era intorno allo 0,8 per cento.
Questa differenza indica che per noi comuni mortali il costo del denaro è aumentato. Non ce ne rendiamo conto perché i tassi d’interesse sono rimasti invariati e in alcuni casi sono addirittura scesi. Ma questo dipende dal fatto che il costo del denaro per le banche è ormai quasi a zero. Il tasso interbancario si aggira intorno allo 0,25 per cento. Noi contribuenti, che abbiamo salvato le banche, ora dobbiamo anche finanziare i loro dubbi profitti. C’è molto da riflettere.
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