Per uno scrittore ogni nuovo romanzo è difficile almeno quanto quello precedente, se non di più. Ma con l’esperienza si diventa più disinvolti e in un certo senso più consapevoli delle proprie capacità, e questo compensa la sfacchinata.

Come scrittori avrete sempre qualcosa da imparare su voi stessi e sul mondo che vi circonda, e quindi, anche da un punto di vista professionale, vi conviene stare sempre con gli occhi bene aperti. È uno degli aspetti che rendono il mestiere di scrittore così affascinante.

Nel 2005 ho tenuto un corso alla Fondazione Arvon insieme alla scrittrice britannica Jill Dawson. A un certo punto lei se n’è uscita con un esercizio fantastico, che non avevo mai visto prima d’allora, anche se credo che sia in circolazione da diverso tempo nei circoli di scrittura creativa. Io e i nostri sedici studenti dovevamo stilare due elenchi: uno s’intitolava “Alleati” e l’altro “Nemici”.

Tra i primi dovevamo segnare tutto ciò che ci aiutava a scrivere. Poteva trattarsi di qualsiasi cosa, anche di una persona che ci sosteneva, o della penna e della scrivania preferite. O perfino di qualcosa di più vago, come il desiderio di intrattenere gli altri.

La lista poteva esser lunga quanto volevamo, ma il consiglio era di concentrarsi sulle cose pratiche e concrete. Sotto il titolo “Nemici” dovevamo invece elencare le cose che c’impedivano di scrivere. L’assoluta onestà era d’obbligo.

Ho riflettuto un po’ per capire se questo esercizio era adatto al nostro progetto “Un romanzo in un anno”, e alla fine ho deciso di no, perché penso che sia meglio se ognuno di voi lo fa per conto suo, in privato. Per esempio, se siete totalmente sinceri, la vostra lista dei nemici potrebbe cominciare con “figli” o “moglie”. E continuare con “la mia completa mancanza di autostima” oppure con “non ho assolutamente niente da dire”. Forse, dopo aver finito l’elenco, penserete che è meglio farlo in mille pezzi. Però, a parte stracciarli, che altro dovete fare con i vostri nemici?

È probabile che non vogliate divorziare da vostro marito anche se fa sempre commenti acidi sulle vostre velleità di scrittrice. Ma potreste stabilire che è ora di smetterla di discutere con lui dei vostri progetti e delle vostre ambizioni. E poi, perché avete bisogno sempre e comunque della sua approvazione? Coraggio, tenete duro mentre scoperchio questo marciume…

È probabile che non vogliate liberarvi nemmeno del vostro nemico della scrittura numero uno, cioè i bambini. Ma se occuparvi di loro vi impedisce completamente di dedicarvi a questa attività, è bene che cominciate a pensare al modo di trovare un po’ di tempo libero. Con i nemici, il trucco non è bandirli per sempre, ma neutralizzarli o minimizzare i loro effetti.

Lo stesso vale con gli alleati: bisogna capire come favorirli o come massimizzare i loro effetti. Durante la lezione di Jill Dawson, alla voce “Alleati” ho scritto: “La consapevolezza che il mio talento è molto minore di quanto vorrei e che se desidero ottenere qualche risultato devo lavorare davvero tantissimo”.

Quando ho letto questa frase al gruppo, Jill ha preso fiato, poi ha poggiato i palmi delle mani sulla scrivania e mi ha chiesto gentilmente: “E se provassimo a vedere la cosa in un modo più positivo?”. Aveva ragione. È sempre più difficile lodarsi che criticarsi, ma nel momento in cui si fa l’elenco dei propri punti di forza, la falsa modestia non ha nessun senso. “Lavoro davvero tanto”, è un modo molto più utile di presentare la questione.

Concentratevi sugli alleati. Appendete l’elenco davanti alla scrivania o copiatelo sulla prima pagina del blocchetto d’appunti. Non dimenticate le cose pratiche.

Volete che ve ne dica una della mia lista? Le mentine senza zucchero. Una cosa che di solito mi distraeva era l’abitudine di dirmi che avevo fame o sete; in realtà era tutta una scusa per potermi alzare. Una caramella o una gomma da masticare mi distolgono da quella scusa. Volete che vi citi altri alleati? In cima alla lista ci sono sicuramente gli amici scrittori da cui posso andare a lamentarmi.

Pure le necessità economiche possono andare bene, anche se a dar retta al monito di Jill Dawson sull’essere più positivi, la frase dovrebbe suonare così: “Con questa attività posso guadagnare dei soldi”. Non pretendo che questa autoanalisi sostituisca il vero lavoro della scrittura, o che un pacchetto di mentine vi faccia arrivare tra i finalisti del premio Strega.

Ma se vi capita di trovarvi alla scrivania con un paio di ore libere davanti a voi e senza niente in testa da scrivere, provate con questo. Siate il più onesti possibile. Nessuno ne saprà mai nulla, tranne voi.

Internazionale, numero 642, 18 maggio 2006

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