Ho appena finito di disegnare una rivista. In sette giorni ho progettato e realizzato 68 pagine e le ho mandate in tipografia. È una dimostrazione di come le scadenze aiutino a concentrarsi (quando non c’è tempo per le esitazioni, le idee vengono necessariamente più in fretta), ma anche della forza straordinaria degli strumenti che oggi i grafici hanno a disposizione.

Dall’arrivo del Macintosh, i software che usiamo per impaginare libri, giornali e riviste si sono sviluppati fino a raggiungere un livello incredibile. Usando solo uno o due programmi possiamo creare e sviluppare progetti grafici estremamente elaborati.

Grazie alla tecnologia digitale, un progetto che vent’anni fa avrebbe coinvolto un gran numero di tecnici – compositori, addetti all’impaginazione, alla camera oscura, eccetera – oggi può essere controllato da una singola persona. Ma lanciare un nuovo sito web è tutta un’altra cosa. Ci si potrebbe aspettare che l’editoria online sia una faccenda molto più rapida ed efficiente della carta stampata, invece è vero il contrario.

Per progettare anche solo un semplice sito servono programmatori, architetti informatici, sviluppatori, collaudatori. È un impegno così grande che fa sembrare più efficiente perfino l’industria tipografica del novecento.

Le tecnologie dei mezzi di comunicazione digitali ci permettono di comunicare e condividere le informazioni più rapidamente che mai. Ma è paradossale che mettere a punto un nuovo prodotto sia più lento e complicato nell’epoca di internet di quanto lo fosse in quella della carta stampata.

Internazionale, numero 802, 3 luglio 2009

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