Cara Milana, il mio migliore amico mi ha chiesto di fare da padrino al battesimo di suo figlio, ma io sono ateo. Che fare?
Puoi consigliare al tuo amico di affidare questo ruolo a qualcun altro, oppure puoi cominciare a credere in Dio per il tuo miglior amico. Non è difficile.
Proprio oggi ho consigliato a un amico ateo di cominciare a credere in Dio, perché la vita sarebbe più interessante. Confuso, mi ha chiesto quale dio scegliere: quello cristiano, una divinità orientale oppure l’antico pantheon greco? Il mio amico ancora non capisce che è sempre lo stesso dio. Credo che l’ateismo sia destinato a chi non vuole scervellarsi con i pensieri sull’invisibile. A volte anche i credenti si arrabbiano perché lui è invisibile. È la cosa che viene criticata di più. Un’altra è che sa tutto e si ricorda tutto. La terza è che non ci sostiene nei nostri desideri profondi: il successo, la gloria, la ricchezza. Sogna sempre altro per noi: è l’unico capo a cui non interessano i soldi.
Nel nome di Dio l’uomo è sceso in guerra, ha ucciso, rubato e bruciato. Ha perseguitato e torturato le streghe. È triste tutto quello che l’uomo ha fatto nascondendosi dietro la religione. Ma questo spiega com’è fatto l’uomo, non Dio. Sono d’accordo con il filosofo Rudolph Steiner quando dice che Dio ha il senso dell’umorismo. Sarebbe inconcepibile immaginare un essere perfetto che non sia anche infinitamente spiritoso. Perché non è poi così facile affrontare sempre l’incredulità.
*Traduzione di Ivana Telebak.
Internazionale, numero 894, 22 aprile 2011*
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