Cara Milana, ho 20 anni e il desiderio irrefrenabile di provare cose nuove, anche gli stupefacenti. È normale oppure ho un problema?

Ognuno di noi ha voglia di provare cose diverse, anche quelle che hanno una brutta fama. I nostri bisnonni andavano di nascosto nei bordelli e provavano l’assenzio. Oggi è tutto a portata di mano: cose belle e cose brutte, che ci condannano alla maledizione eterna di essere dei morti viventi. Non dei vampiri ma dei drogati: cos’altro è un drogato se non un morto vivente? Non incoraggerei nessuno a provare la droga, conosco troppe persone che si sono rovinate la vita. Certo, gli sciamani prendevano funghi velenosi per raggiungere mondi paralleli, ma non li invidio per quell’esperienza di abbandono totale del corpo: che succede se poi non riesci più a tornare indietro da quello stato?

Mi dispiace ma credo che questo tuo desiderio non porterà nulla di buono, solo il rischio di finire male. Se non riesci a rinunciare a questa pericolosa curiosità, allora che sia almeno una volta sola.

E se dovesse piacerti? Se per colpa di quell’istinto diventassi dipendente dagli stupefacenti? È un rischio enorme. Trova qualcosa di meglio da fare: un bel viaggio, nuove amicizie e interessi. Sei in una età in cui solo il cielo ti fa da frontiera. Dimenticati della droga, perché con lei voli per finta, ma quando cadi ti fai male sul serio.

*Traduzione di Ivana Telebak.

Internazionale, numero 906, 15 luglio 2011*

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