“Che cosa?”, “Ancora lui?”, “Ma non era praticamente morto?”, “Sempre la solita solfa”, “Ma questo è accanimento”. Immagino già i commenti dopo l’ennesimo procedimento, il trentesimo o giù di lì dal 1993. Già, sempre la solita solfa.
Ecco il riassunto dell’anno 2012-2013:
condannato in via definitiva il 1 agosto a quattro anni di prigione per frode fiscale (ridotti a uno per effetto dell’indulto).
condannato in appello il 19 ottobre a due anni di interdizione dai pubblici uffici per lo stesso reato.
condannato a giugno in primo grado a sette anni di prigione per abuso di potere e prostituzione minorile nell’ambito del Rubygate e all’interdizione dai pubblici uffici, questa volta a vita.
condannato a marzo a un anno di prigione per la pubblicazione illecita nel 2005 da parte di un giornale del suo gruppo di un’intercettazione telefonica del capo della sinistra, all’epoca dei fatti presidente dell’assicurazione Unipol.
E la lista continua ad allungarsi. Questa volta sono stati i magistrati di Napoli e fissare un incontro il prossimo 11 febbraio per un’udienza preliminare di un processo per corruzione. Il corrotto sarebbe il senatore Sergio De Gregorio, convinto nel 2006 a tradire la coalizione di centrosinistra in cambio di 3 milioni di euro. La defezione di De Gregorio aveva indebolito il governo guidato da Romano Prodi, poi caduto nel 2008 spalancando le porte alla nuova vittoria elettorale del Cavaliere.
“Certo che ho preso denaro da Berlusconi, l’ho già detto ai magistrati”, ha dichiarato De Gregorio, condannato mercoledì a una piccola pena di 20 mesi di prigione in cambio della sua collaborazione. “Ora però mi sono lavato la coscienza, ho chiesto perdono”. Silvio Berlusconi, invece, non ha confessato nulla. Grazie alle prescrizioni e alla depenalizzazione dei reati era sempre riuscito a sfuggire ai giudici. Fino a quel maledetto giorno d’agosto, il giorno in cui si è aperta la prima breccia…
Ora l’immunità parlamentare dell’ex premier è appesa a un filo, e a novembre i suoi pari potrebbero escluderlo dal senato. Da quel momento diventerà ineleggibile per sei anni e sarà alla mercé dei giudici: quelli di Napoli, che potranno inviare le forze dell’ordine per costringerlo a presentarsi in tribunale; quelli di Bari, che indagano su un giro di prostituzione e corruzione dei testimoni; quelli di Milano, che hanno aperto un nuovo filone del caso Ruby per falsa testimonianza.
La minaccia di Berlusconi di far cadere il governo in mancanza di una via d’uscita per i suoi guai giudiziari si è clamorosamente sgonfiata lo scorso 2 ottobre. Ma state certi che il magnate ripartirà all’attacco, consigliato da parlamentari senza scrupoli. È nella sua natura. “Quante volte devo ammazzati per farti morire?”, chiedeva l’ignobile Pérol a Lagardère in
Le Bossu, bel film di Philippe de Broca. Una frase che sembra scritta su misura per Berlusconi.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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