1. Frankie Goes To Hollywood, Two Tribes (Annihilation mix)

Mentre tutti ricostruiscono la demolizione del muro, torna il discopop della guerra fredda, sotto forma di Frankie say greatest. Ripercorre la traiettoria della band formata da due gay stradichiarati e tre tamarri di Liverpool, che divenne planetaria con Relax e con questo fenomenale singolo del 1984. Un po’ funky dance Usa un po’ lampi d’orchestra da socialismo reale. Ma la compilation ignora la versione più bella, con inserti di voce reaganiana che spiegava come comportarsi in caso di attacco nucleare.

2. Father Murphy, Go sinister

Nella settimana in cui due tribù si spaccano sul crocifisso scolastico, ecco un gruppo italiano e laico che forgia un folk psichedelico tenebroso e vagamente controriformista, affrontando il lato oscuro della religione immergendovisi fino al collo. Registrato nella chiesa di San Crisostomo a Bombanella, il loro album …and He told us to turn to the sun suona catacombale e un po’ horror, ma divertito. C’è quasi una goduria nell’estrarre sonorità tetre da strumenti giocattolo; un po’ come creare l’atmosfera con due candele, un po’ d’incenso e un calice di vino.

**3. Sergio Cammariere,* Varanasi ***

È curioso accostarsi alla musicalità tersa di Sergio Cammariere (facendo finta di non averlo mai visto in tv) e al suo nuovo album, Carovane, che ha il sapore dei mondi immaginari. Magari sono luoghi già percorsi, in cui smarrirsi è impossibile: le liriche fanno molto segnaletica, e la voce ha una confidenza compiacente tipo gps. Prima che ci dica “al secondo cielo limpido, girare a sinistra”, però, offre un’oasi strumentale, come uno Scarlatti senza clavicembalo, per pianoforte e tablas indiane: tre minuti di pace, che di questi tempi non è male.

*Internazionale, numero 821, 13 novembre 2009

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