1. Peter Gabriel, The book of love
Alcuni superimpallinati conoscono l’originale, dei Magnetic Fields: bel pezzo, in chiave un po’ cupa, dimessa, molto 1999. Altri si sono impratichiti di questa più inebriante versione, liftata con le alucce in Shall we dance, uno di quei film che bisognava portarci le donne, nel 2004. Ma chiunque la può ritrovare su Scratch my back, fresca collezione di cover del creativone pop con la voce piena di porridge. Aspettando San Valentino, un cioccolatino messo in musica, con quella giusta dose di amarognolo che rende gradevole la dolcezza di fondo.
2. Chiarastella, Molly Bloom
Un po’ più ardua da accettare, come idea: una ex di X Factor alle prese con l’Ulisse *di James Joyce, con quel monologo interiore notturno, fisiologico, incontenibilmente uterino della signora Bloom in apnea, nel dormiveglia che conclude il romanzo. Però, perché no; aldilà del titolo, parrebbe più una romantica ruminante dalla voce eterea (a volte confina con la dispersa Mara Redeghieri degli Üstmamò) innamorata di inarrivabili modelli letterari. Nel suo *Pianeta Venere c’è un che di simpatico. Una voglia di scampare ai format obbligatori del pop.
3. Cupid’s Inspiration, My world
A volte ci si sente saturi e vien voglia di lasciar perdere tutte queste cose pop: troppe cose da ascoltare e troppo poco tempo. Ma da un sentimento simile è nato anche somanyrecordssolittletime
.com, un sacrario online di vecchi vinili semioscuri. Il titolare, collezionista compulsivo di quarantacinque giri, converte tutto in digitale, cataloga e rende disponibile il tutto in streaming. Un santo. E questo pezzo di soul londinese del 1968, da una band con il nome di accattivante melensaggine, non è che uno dei tanti piccoli miracoli da ascoltare online.
Internazionale, numero 832, 5 febbraio 2010
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