1. No Seduction, Fried fish

Un cd sparisce, ma la musica resta in testa. Come questo incrocio tra una rave night discopunk e la sagra del pesce di Chioggia, da un trio che si autoinfligge la più totale libertà artistica: autoprodotti, autolinkati, autodistribuiti, remixati da chi dicono loro. Curiosamente trascinanti, scandiscono inglese dal buffo accento e, gommosetti come delle morositas sonore, pestano. A sentire loro “mirano a distogliere le masse dal torpore mediatico in cui la crisi le ha immerse”. Alla faccia! L’ep S.P.U.P.P.A, download e guizzi d’ingegno su noseduction.com.

2. Two Door Cinema Club, I can talk

Addictive come un’anfetamina bonaria, ecco un altro trio, dall’Irlanda del Nord verso le balere estive (passando per l’etichetta francese Kitsuné Music) con Tourist history, un album di power pop pieno di allegri gancetti, bassi saltellanti e chitarre condite agli elettroni, da tre ragazzi ritrovatisi in una grammar school, e partiti per una gita scolastica forever. Molto solare, molto in vacanza, molto Phoenix, molto dégagé. Energia pulita e insalata fresca, e via a pedalare con i guizzi e i sintomi di una band che brilla di luce nerd.

3. Goldfrapp, Alive

Per completare il risveglio di primavera, musica da scaldamuscoli arancione fosforescente al luna park: fusione a caldo di Abba, Electric Light Orchestra, beata incoscienza dei sintetizzatori di una volta, astuzie discodance. C’è questa qualità nel duo londinese: una gloria in excelsis da stadio, uno sfavillìo di specchi, un calore fintissimo ma efficace. Proprio adesso che tutta questa fregola degli anni ottanta sembrava estinta, ecco che qualcuno la riattizza. Poco male, è un divertente ripasso di aerobica. Aspettando il revival degli anni duemila.

Internazionale, numero 841, 9 aprile 2010

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