1. L’Altra, Nothing can tear it apart
Fare il bagno nudi sotto i faraglioni di Capri dovrebbe venire spontaneo. Ma per Lindsay Anderson e Joe Costa è un fatto identitario: nel videoclip di questa canzone si trastullano con un remake del Disprezzo, di Jean-Luc Godard da Alberto Moravia. L’album è ammaliante, si sente dietro tutto un mondo di ennui di coppia, raffinatezze mid-tempo, canzoni intimiste cesellate poco a poco. Grande complicità tra lei e lui, la chitarra e il pianoforte; anche quando ci sono di mezzo ospiti inattesi, terzi incomodi, scarti di significato.
2. Musica Nuda, Rimando
Che bello, un nuovo brioso inno per la nazionale dei rinunciatari, e lo ha scritto un Max Casacci dei Subsonica in modalità Canzonissima. Prova d’ascolto di Complici, il nuovo lavoro di altri due che si producono in esercizi di stile che vanno da Bach a Bruno Lauzi. Lui è Ferruccio Spinetti, contrabbassista fuoriuscito dagli Avion Travel, lei è Petra Magoni, cantante poliedrica (in un’altra canzone è Mirza, cacciatasi in un blues ostinato di Nino Ferrer, italiano fuggito in Francia che negli anni sessanta cucinava grandi canzoni a base di cani e baccalà).
3. Noah and the Whale, L.I.F.E.G.O.E.S.O.N.
Lei è una balena e lui Noè; anzi no, è Noah Baumbach il regista del film Il calamaro e la balena, e loro sono una delle band imperdibili degli ultimi anni. Qui producono una canzone talmente sollevante che può andare il sangue al cervello. Ma non erano quattro gatti neo-folk di Twickenham, dalle venature malinconiche? Ad ascoltare Last night on earth sembra si siano convertiti all’ottimismo; almeno di un film. C’è quell’ebbrezza che ogni tanto si prova quando si viene conquistati da un film indipendente e semisconosciuto e dal titolo improbabile.
Internazionale, numero 889, 17 marzo 2011
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