**1. Jorge Drexler, Amar la trama **

Eccola, finalmente, la canzone che riscatta l’apparente inutilità di tante passeggiate a Madrid, di quei viaggi a vuoto, dell’annosa questione dell’uscire di casa senza motivo apparente, quella cosa del viaggiare e dell’arrivare, del cambiare passo e di fare i flâneur, e di tutti quei film con la trama che è meglio dell’esito. È la colonna sonora di un film da autoprodursi in testa, ed è contenuta in Amar la trama, eccellente nuovo album di un premio Oscar: l’uruguayano (di origini tedesche) Drexler che lo vinse per una canzone da I diari della motocicletta.

2. Mercedes Sosa, Todo cambia

È parso poverello di spirito e di dialoghi, Habemus papam, film di cui più che la trama viene da amare l’esito, perché assolve lo spettatore da un lento girare a vuoto tra beach volley di cardinali e narcisismi autoriali. Tuttavia, Moretti ogni volta un paio di cose le azzecca, e qui più che una battuta rimane questa canzone già oggetto di cult. E vuoi vedere che il robusto inno all’amore, dal vocione della defunta cantante argentina che ci rammenta di non aver paura di cambiare, ha già iniziato a portare fortuna? Vuoi vedere che habemus buon karma?

3. Carmen Paris, 25 años

Siamo in ballottaggio, balliamo, smettiamo di morire per un attimo, accarezzando un ultimo tango a Saragozza. Niente paura, non sono gli stilemi porteño/parigini design dei Gotan Project; è un progetto che nasce a Napoli, va assemblando tangheri sperduti da mezzo mondo e li raccoglie in album. L’ultimo è Sulle rive del Tango – Sin gravedad. E che importa se sono di Lisbona, Roma o Tel Aviv (c’è anche Ascanio Celestini, ed è bello anche il tango israeliano di Rona Kenan e Gidi Gov); importano l’assenza di gravità, e l’intensità della trama.

Internazionale, numero 898, 20 maggio 2011

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