1. Vampire Weekend, Step

Angkor Wat, Mechanics­burg, Anchorage, Dar es Salaam: come in un film di James Bond pensato da Wes Anderson, buffi hipster che smaltiscono denti del giudizio ed ennui da campus fingendosi reduci da location improbabili, uscendo con girlfriend speziate, consolandosi a vicenda d’un benessere da New York champagne & disco. Tenerezza camembert nella voce di Ezra Koenig nel singolo Step (su vampireweekend.com), aperitivo del prossimo album Modern vampires in the city (con video stile Manhattan di Woody Allen).

2. Limone, Aperitivo?

Ci sta anche una bicchierata sotto palazzo della Ragione, nell’epicentro universale dello spritz: basta uscire per errore e si finisce a parlare di arte con il cane litigando con se stessi davanti al bicchiere. Provare a immaginarsi il saggio di fine anno d’un elettronicantautore da Padova dopo un inverno d’isolamento; l’album Spazio tempo e circostanze ha una sua gentilezza psichedelica, come se un Syd Barrett di provincia sparasse proiettili di lana dalla sua trincea di solitudine, barricato ed entusiasta di quello che ha da dire a se stesso; e poi al mondo, se ascolta.

3. Selton (feat. Dente), Piccola sbronza

Eh quanto stanno simpatici, questi brasileiri spiaggiati nella banana milanesa; ci avevano deliziato con le loro amichevoli tra Jannacci united & bossanova city, adesso tornano con l’album Saudade, e sono un po’ più agganciati a quella alt.canzonetta al Dente, ma sempre musicali e leggeri e soufflé sopra la media. E nessuno aveva mai dato dell’alcolizzata a una donna con tanta consapevolezza che è proprio un fatto fisiologico che le donne non lo reggono tutto questo vino, e che dunque meritano tutto l’affetto (anche in inglese via Fb: Drunken sunshine).

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