1. Ketty Passa & Toxic Tuna, Mi arrendo per te

Vabbene, fuori il cancelletto davanti al titolo dell’album (#cantakettypassa), e dentro gli spazi tra le parole; la chioma turchese della cantante, carina e grintosa e veejay su Deejay, cotoniamola; poi un bel lungo da sera un po’ glitz e poi via, eccola scendere dalle scale sanremesi, ma in bianco e nero: ché questo è un bel pezzo vecchio stile da drama queen con accompagnamento orchestrale, e tutt’al più ci va un chitarrista in un angolo ma poi che non manchi la sezione archi. Canzonettismo nostalgia con l’hashtag in attachment.

2. L’Orso (feat. Magellano), James Van Der Beek

Neocantautore nato nell’anno in cui uno andava al cinema a vedere il Guerre stellari originale canta la nostalgia per l’attore nato nell’anno in cui uno andava a vedere Prince dal vivo. Uno che deve dire? L’Orso (Mattia Barro di Biella e altri tre) fa canzoni con la barba e l’occhiale spesso, abbraccia gli Smiths e Sufjan, e anche senza aver mai visto Dawson’s creek, e con o senza rapper lo-fi al seguito, è bravo a raccontarti le nostalgie con le virgolette, le notti insonni la sociopatia le regole dell’attrazione per la generazione chissà come.

3. Pasta & patate, Dawson’s creek

“Quando sono con te mi sento come in Dawson’s creek” così, cantando (in inglese) della serie tv più orrida e imprescindibile nelle sue memorie giovanili, canta Patate, ossia Alisea, metà del duo creativo nel quartetto ukulelistico (con venature country e punk) di Roma, i quali hanno appena sfornato (e serigrafato a mano) il fragrante album From the mountains, mountain cookies. Dieci ballate su storie d’amore andate talmente a male che mettono allegria. E il fascino di Dawson? “Il personaggio più inutile del millennio”, come non sentirne nostalgia.

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